TERAMO – Una condanna e l’assoluzione di tutti gli altri imputati: si è concluso così il processo scaturito dalla maxi inchiesta sull’immigrazione clandestina nel Teramano denominata "Alba Orientale" che, nel novembre 2009, portò all’arresto di 45 persone fra cinesi e italiani. La sentenza, che ha visto la sola condanna di un vigile urbano a due anni e 3 mesi per falso (e l’assoluzione per gli altri capi di imputazione legati all’immigrazione clandestina), è arrivata questa sera al termine di una camera di consiglio di alcune ore, accogliendo la tesi difensiva. Secondo la Procura, che nel corso della requisitoria aveva chiesto 112 anni di carcere complessivi, gli imputati avevano messo su un articolato sistema per favorire l’immigrazione illegale di cinesi attraverso ricongiungimenti familiari, incentrato su connazionali residenti in Italia: imprenditori disponibili a produrre false busta paga, italiani proprietari di appartamenti pronti ad affittare in maniera fittizia, professionisti e commercialisti compiacenti e un vigile urbano pronto ad attestare falsamente la presenza dei cinesi interessati negli appartamenti messi a disposizione.
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